Musicoterapia, il trattamento del suono

musicoterapia

La musicoterapia è definibile al giorno d’oggi come una disciplina paramedica che utilizza la musica e, in generale i suoni, a livello educativo riabilitativo e terapeutico. Sin dal XVIII secolo, epoca della definizione scientifica della musicoterapia, veniva riconosciuto alla musica un potere incantatorio sull’aspetto irrazionale della mente umana capace per estensione di curare notevoli disturbi.

Origini e basi teoriche

Come già accennato, la musicoterapia prende piede alla fine del ‘700 e nasce come procedura magica, religiosa e, in alcuni casi, sciamanica. All’epoca viene concepita come parte integrante della medicina stessa. Col passare del tempo acquisisce i connotati di una terapia integrativa a determinate procedure mediche, in particolare quelle riguardanti la reintegrazione di disturbi psicologici. La musicoterapia si basa su tre elementi fondamentali: l’identità sonora dell’individuo (ISO), il suono come elemento intermediario tra paziente e terapeuta, il suono come oggetto integratore della cura. Il musicoterapeuta provvede alla comunicazione nella sfera interna e più personale dell’individuo attraverso l’impostazione di suoni e musica. Grazie a questo insediamento, avviene la stimolazione multisensoriale, relazionale, emozionale e cognitiva nella psiche del paziente. Ancora, si arriva all’integrazione personale e interpersonale merito del raggiungimento di un particolare equilibrio psico-fisico.

A chi è rivolta

La musicoterapia viene utilizzata come supporto a terapie riguardanti il ripristino di varie disabilità motorie, come strumento chiave contro disturbi dell’umore, disturbi comportamentali relativi all’alimentazione (ad esempio anoressia nervosa), ma anche sindromi di carattere più fisico come quelle da dolore cronico. In termini più specifici la musicoterapia è indicata sulle seguenti tipologie di individuo: gli anziani, specie quelli facenti parte di istituti di ricovero, che trovano nella musica un valido supporto psicologico al disagio causato dal ricovero; i malati di alzheimer che, grazie all’azione della musica, riescono a preservare alcune abilità cognitive nonostante il progressivo deterioramento; i giocatori d’azzardo grazie ad una vera e propria psicoterapia; le donne in gravidanza e al momento del parto che trovano le condizioni di relax, l’alleviamento dell’ansia e in generale il benessere psicofisico; i soggetti ad afasia, causata da lesioni cerebrali, traumi cranici e così via.

Altre applicazioni

Un’altra applicazione della musicoterapia riguarda la cosiddetta biomusica, una metodologia pratica che stimola e riequilibra corpo e mente al fine di evitare la somatizzazione di conflitti emotivi. Infine, la musicoterapia può essere associata alla massoterapia al fine di riprodurre un massaggio sonoro, altra pratica di benessere capace di riequilibrare mente e corpo.

La seduta

Le sedute di musicoterapia prevedono generalmente incontri settimanali, articolabili in momenti individuali o di gruppo, a seconda delle esigenze; la durata è di un’ora circa anche se è solita anche una seduta più breve specie nei malati di alzheimer.

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